DA OTTOBRE IL TUO C.C. BANCARIO SOTTO GLI OCCHI DEL FISCO: CHE SUCCEDERÀ?

Dal prossimo autunno le banche attraverso il SID (Sistema Interscambio Dati) dovranno aprire le porte al Fisco per consentirgli di "vigilare" sui conti correnti degli italiani e, più in generale, su tutte le loro attività finanziarie. Sotto osservazione finiranno così non solo i conti correnti e le operazioni extra-conto, ma anche i depositi (titoli e/o obbligazioni), la gestione patrimoniale, i certificati di deposito e i buoni fruttiferi, i contratti derivati, le carte di credito/debito, i prodotti assicurativi, l'acquisto e la vendita di oro e il numero degli accessi annui alle cassette di sicurezza.
Recentemente il Fisco è riuscito infatti, con il benestare anche del garante della privacy, ad avere libero accesso ai conti attraverso il Sid. Una sorta di anagrafe tributaria che prevede che tutti i dati che debbano essere inviati dalle Banche, poste e dagli intermediari finanziari direttamente all'Agenzia delle Entrate: saldi dei rapporti e delle movimentazioni (con il totale del dare e avere).
Non c'è quindi pace per i cittadini italiani che vedranno i propri conti finire sotto l'occhio vigile del "Grande Fratello" dell'Agenzia delle Entrate intenzionata a conoscere dettagliatamente il reddito di ogni contribuente al fine di risalire al tenore di vita e controllare eventuali incongruenze tra il reddito percepito e quello dichiarato, quindi tra spese e incassi. Il Fisco elaborerà delle specifiche black list dei contribuenti considerati a maggior rischio evasione. Ma come può un contribuente difendere il proprio conto corrente dal mirino del Fisco? La prima cosa utile da fare, visto che l'Agenzia chiederà spiegazioni in caso di somme accreditate sul conto corrente superiore al reddito dichiarato è quella di conservare tutta la documentazione bancaria. Sarà di fondamentale importanza in caso di prestiti o donazioni di denaro da parte di parenti o conoscenti, così come affitti, stipendi e altri redditi, che i trasferimenti avvengano tramite assegni o bonifici, al fine di poter tracciare le movimentazioni e poter fornire informazioni più precise al Fisco. Sempre meglio evitare il denaro contante che ovviamente non rientra tra i trasferimenti tracciabili, e altrettanto consigliato evitare le movimentazioni extra-conto, infatti in caso di contradditorio o difesa il contribuente dovrà riuscire a dare prova che il reddito dichiarato è coerente con il denaro movimentato.



LIBRETTI POSTALI
La prima alternativa al conto corrente, per chi effettua un numero abbastanza frequente di prelievi o di versamenti, è rappresentata dai Libretti di Risparmio Postale, venduti negli sportelli di Poste Italiane e garantiti dalla Cassa Depositi e Prestiti (cioè dallo Stato). I libretti di risparmio possono essere utilizzati per parcheggiare la liquidità nel breve periodo e permettono di ritirare in qualsiasi momento i soldi in deposito, attraverso una carta Postamat (il bancomat delle poste). E' possibile accreditarvi la pensione Inps ma va ricordato che i libretti non sono dotati di codice Iban, cioè non possono ricevere bonifici. Attualmente, negli sportelli delle poste sono disponibili diverse categorie di libretti (ordinari, al portatore, dedicati ai minori) che offrono una remunerazione delle giacenze tra l'1 e il 3% lordo (a seconda della tipologia di prodotto scelta).

CARTE PREPAGATE
Oggi molte banche (ma anche i gestori di giochi e lotterie o le catene della grande distribuzione di carburante), offrono delle carte ricaricabili e prepagate, che possono sostituire in tutto e per tutto i conti correnti, poiché sono dotate di un codice Iban e possono ricevere bonifici. Non va dimenticato, però, che la liquidità depositata sulle carte non è remunerata e che gli importi massimi di ogni ricarica sono spesso limitati (attorno a 250 euro). Inoltre, a differenza di quanto avviene per i conti correnti, i soldi in giacenza sulle prepagate non sono protetti dal Fondo interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd). Per questo, le carte ricaricabili sono adatte più che altro a chi ha pochi soldi a disposizione (qualche centinaia o migliaia di euro) e vuole usare uno strumento di pagamento flessibile, senza dover aprire necessariamente un conto tradizionale. Chi, invece, ha una somma più consistente da parcheggiare deve indirizzarsi su altri strumenti.

BUONI FRUTTIFERI
Per investire la liquidità nel breve termine, ci sono anche i Buoni Fruttiferi Postali (Bfp), strumenti finanziari venduti negli sportelli di Poste Italiane e garantiti (come i libretti) dalla Cassa Depositi e Prestiti, cioè dallo Stato. Il capitale versato nei Bfp è comunque liquidabile in qualsiasi momento (tranne rare eccezioni), senza correre il rischio di perdere neppure un centesimo dei soldi. Non ci sono commissioni di sottoscrizione né di rimborso o di gestione, mentre i rendimenti dei Buoni partono da un minimo dell'1% lordo (esistono anche alcuni Bfp che garantiscono sempre un interesse pari o superiore all'inflazione). Più che un'alternativa al conto corrente tradizionale (che serve a gestire un numero elevato di pagamenti), i Buoni Fruttiferi rappresentano uno strumento di risparmio e d'investimento capace di sostituire i depositi bancari ad alta remunerazione, con cui milioni di italiani cercano di far fruttare i propri soldi, spesso tenendoli vincolati per qualche mese.

FONDI MONETARI
Come strumento per far fruttare la liquidità, ci sono anche i fondi comuni monetari, che investono in obbligazioni e in titoli di stato di brevissima scadenza. Sono prodotti poco rischiosi , facilmente liquidabili ma, purtroppo, hanno un difetto: spesso sono soggetti a costi di gestione elevati, che deprimono i rendimenti. Nell'ultimo anno, per esempio, il guadagno medio dei fondi monetari italiani è stato risicato, tra lo 0,6 e lo 0,8% circa netto

CONTO IN SVIZZERA
Ai super-pessimisti che temono una rapina sui loro conti correnti da parte dello stato (come è avvenuto a Cipro), va ricordato che è possibile anche aprire un conto all'estero, in maniera assolutamente legale, pure nei paesi al di fuori dell'area euro come la Svizzera. Basta dichiarare le attività finanziarie possedute oltreconfine (e gli eventuali proventi) nel quadro Rw del modello fiscale Unico.

 

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