Dal 6 aprile 2014 chiunque voglia assumere dipendenti o collaboratori che lavorino a stretto contatto con i più piccoli deve richiedere il certificato penale al casellario giudiziale. Effetto di una norma comunitaria che ha scatenato il caos, con levate di scudi da parte di associazioni e federazioni e chiarimenti dal Ministero della Giustizia. La richiesta deve essere presentata dal datore di lavoro e non dal lavoratore, che deve limitarsi a firmare il consenso per il rilascio documento. Il certificato penale non è retroattivo, è necessario solo per le assunzioni dal 7 aprile 2014 in poi. Questo nuovo obbligo da adibire ad attività con contatti diretti e continuativi con i minori, è stato introdotto dal dlgs n. 39/2014 e che prevede una sanzione da 10 mila a 15 mila euro per l’inadempimento. Il ministero del lavoro detta ulteriori criteri per indirizzare le verifiche da parte degli ispettori delle direzioni territoriali del lavoro.
Lo scopo è quello di accertarsi sul passato delle persone che vengono regolarmente a contatto con i più piccoli, per escludere che a loro carico risultino condanne penali per alcuni reati previsti dal Codice penale, quali prostituzione minorile, pornografia minorile, pornografia virtuale, turismo sessuale, adescamento dei minorenni. Le categorie di lavoratori interessate sono numerose: docenti e non docenti nelle scuole e degli asili, istruttori sportivi, associazioni di volontariato, personale di ospedali e reparti pediatrici, operatori di strutture ricreative, centri di soggiorno estivi, ecc. Il riferimento all’attività volontaria comporta il medesimo obbligo anche per le associazioni di volontariato e le associazioni sportive: un mondo di cui, in Italia, fanno parte circa 98mila persone.
Il provvedimento, per quanto finalizzato a un nobile scopo, comporta costi non indifferenti per chi non dovesse rispettarlo. La norma non è però immune da dubbi e ambiguità. Non è ben definito infatti come si intenda con “contatto diretto e regolare” con i minori, chi possa irrogare la sanzione e chi pagherà per il rilascio del certificato. Quest’ultimo, inoltre, costa 20 euro e ha una validità di 6 mesi, dopodiché bisognerebbe chiederne uno nuovo. Infine, nel casellario giudiziale sono indicate solo le condanne definitive. I procedimenti penali pendenti, legati a presunti reati commessi di recente, non lascerebbero traccia.

Ecco i moduli da utilizzarsi per la richiesta del certificato penale: da parte delle amministrazioni pubbliche e dei gestori dei pubblici servizi (clicca sulla miniatura qui di seguito a sx) e da parte del datori di lavoro delle ditte, aziende ed enti privati (clicca sulla miniatura qui di seguito a sx):

Ecco tutti gli uffici del casellario presso le Procure della Repubblica ai quali è possibile richiedere il certificato penale: clicca qui

 

 

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